Reggio Calabria. Tornano in aula le vittime del cosiddetto “sistema Rappoccio”, il procedimento che prende il nome dall’ex consigliere regionale imputato per corruzione elettorale, associazione a delinquere, truffa e peculato, perché considerato il reale regista del sistema di raccolta voti nascosto dietro le tre presunte cooperative fantasma – Alicante, Iride solare e Sud energia – secondo l’accusa costituite esclusivamente per alimentare una macchina elettorale basata sull’endemica e profonda fame di lavoro presente fra giovani e meno giovani di Reggio Calabria, oggi al vaglio della Procura.
«Nel 2008 ero disoccupato, ho saputo del bando e ho voluto tentare», dice Gianluca Tripodi prima di iniziare a raccontare la propria personale odissea di prove selettive, conclusasi – come per tutti – con la promessa di una chiamata che non sarebbe arrivata mai. Un silenzio che Tripodi ha voluto rompere presentandosi alla sede dell’Alicante con una richiesta di accesso agli atti. Sarebbe stato in quell’occasione che il ragazzo non solo avrebbe incontrato Rappoccio, ma avrebbe anche ricevuto un’inaspettata proposta “mi fu chiesta l’eventuale disponibilità ad impegnarmi per il procacciamento dei voti nei confronti di un non meglio precisato candidato. Mi venne proposto un foglio con le caselle dove inserire il nome dei sostenitori e la sezione di voto, ma io rifiutai e la cosa finì lì».
A Leone Mario Mansueto, chiamato a testimoniare dopo di lui, è invece «bastato sentire il nome di Rappoccio per decidere di lasciare perdere». Stando a quanto ha dichiarato rispondendo alle domande del pm Annalisa Arena, dopo aver compreso i legami fra l’ex consigliere regionale Rappoccio e la cooperativa Alicante, nonostante avesse bisogno di un lavoro, avrebbe deciso di non tentare neanche la presunta selezione che prometteva di offrire un impiego in una futura impresa di pannelli fotovoltaici.
Nulla invece ha voluto dire dei fatti a sua conoscenza Domenico Quattrone, ex collaboratore di Rappoccio che in quanto soggetto indagato in procedimento connesso, si è avvalso della facoltà di non rispondere. A chiudere invece le testimonianze della giornata è stata Patrizia Labate, ex collaboratrice di “Calabria Ora”, i cui articoli hanno svelato il legame fra il “concorsone” bandito dalla cooperativa Alicante e Antonio Rappoccio.
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