Reggio Calabria. “Non toccare mai la ferita con le mani, né con altro oggetto contenuto nel pacchetto di medicazione”: questo era parte di quanto inserito nell’apposito decalogo di comportamento per i soldati italiani che vennero impegnati durante le operazioni militari della prima guerra mondiale. Oltre a tali indicazione veniva consegnato un apposito kit di medicazione che comprendeva garze sterilizzate, bende e tintura di iodio, ma che negli anni si completò di maschera antigas e occhiali protettivi contro le armi chimiche. Nonostante questi accorgimenti, impartiti a tutti gli eserciti belligeranti che si affrontarono sui vari fronti della grande guerra, le vittime sia tra i militari che tra i civili furono enormi e non vi è una stima precisa relativa al numero esatto.Se il numero dei militari deceduti durante le operazioni militari è calcolato intorno ai 9 milioni di vittime, quello dei civili causati sia direttamente dalle azioni belliche che da cause collegate come malattie, malnutrizione e incidenti vari, sono molto più numerosi. Tra le malattie più diffuse negli anni della guerra ci furono il tifo, il colera, la spagnola e la dissenteria. Molti inoltre si ammalarono per patologie legate alle vie respiratorie dovute ai gas che vennero usate durante le operazioni militari. Da queste cifre la conferenza “Le malattie e la Grande Guerra” organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” che avrà luogo mercoledì 17 maggio (inizio ore 18,15) presso la saletta conferenze della Chiesa di San Giorgio al Corso (ingresso via Giudecca – inizio tapis roulant) di Reggio Calabria. La manifestazione ha ricevuto l’Alto Patrocinio dell’Ambasciata d’Austria, della Repubblica Ceca, della Repubblica Slovacca, dell’Ambasciata di Ungheria. Relatore dell’incontro Antonino Megali (socio del sodalizio organizzatore).
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