Reggio Calabria. Ecco in versione integrale, il discorso con cui il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha accolto nella cornice del teatro “Francesco Cilea”, le delegazioni provenienti da tutto il Mediterraneo, in occasione della giornata inaugurale del 1° “meeting delle Città del Mediterraneo”.
Senatore Giovanardi, Onorevole Craxi, Autorità Civili e Militari, cari concittadini, Sono lieto di ospitare a Reggio Calabria la prima edizione dell’incontro delle Città del Mediterraneo, nato da una iniziativa del nostro Governo, del Sottosegretario agli Esteri on. Stefania Craxi, iniziativa che la Città di Reggio Calabria ha deciso di accogliere con grande entusiasmo sin dal momento in cui ci è stata proposta. Con me, il Sindaco di Rabat ha voluto accettare l’onore di co-presiedere questo primo appuntamento, nello spirito di co-ownership che caratterizza il dialogo euro-mediterraneo. Un particolare saluto unito a sentimenti di solidarietà va alla Città di Messina, per il recente disastro che ha colpito il territorio e la sua popolazione. L’iniziativa è realizzata sotto il patrocinio delle Nazioni Unite e in particolare dell’Alto Rappresentante dell’ONU per l’Alleanza delle Civiltà, Presidente Jorge Sampaio, che ringraziamo per la sua presenza, nonché con la partecipazione del Comitato Europeo delle Regioni. E’ proprio nello spirito di dare pieno appoggio all’azione intrapresa dall’Alto Rappresentante Sampaio, finalizzata a promuovere l’Alleanza come punto di riferimento per azioni multilaterali nel campo del dialogo interculturale, che nasce questo incontro che ambisce ad avere cadenza annuale ed a svolgersi ogni anno in collaborazione tra due Città delle due sponde del Mediterraneo.
Obiettivo principale è quello di dare carattere operativo al dialogo tra enti locali e promuovere un approccio alle grandi tematiche che caratterizzeranno il bacino del Mediterraneo partendo proprio dalle esperienze con cui, a livello locale, ci confrontiamo quotidianamente. In sinergia e collaborazione con le Organizzazioni regionali come l’Unione Europea e, nel suo ambito, l’Unione per il Mediterraneo (UPM), il valore aggiunto in termini di concretezza e di efficacia che può essere dato dalle entità locali, Città, Province, Regioni, è quello dello scambio di best practices e di esperienze sul territorio. L’approccio della City-to-City Diplomacy che l’Italia sostiene con grande forza nell’ambito dell’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite, il lavorare su una dimensione territoriale per accrescere la reciproca conoscenza e l’integrazione, si sostanzia e si concretizza in questo Incontro delle Città del Mediterraneo che ha scelto, per la sua prima edizione, due temi di grande interesse:? “lo sviluppo nell’area mediterranea e l’esperienza sul territorio”, con particolare attenzione allo sviluppo urbano ed alle problematiche socio-economiche connesse, nonché “il dialogo fra le città e le relazioni interculturali quali strumenti di crescita e sviluppo delle realtà mediterranee”. L’obiettivo è di partire con due temi di grande respiro sui quali siamo chiamati a scambiare le nostre esperienze e a creare, costruendo la strada durante il cammino, modelli di ulteriore collaborazione e di perfezionamento del dialogo tra noi, per un raffinamento progressivo di questo esercizio, in vista dei prossimi appuntamenti. Le città rappresentano l’arena principale nella quale si giocano le grandi sfide dell’integrazione e della coesistenza tra diverse comunità, religioni, culture, interessi e criticità. I sindaci delle città sono in prima linea nel gestire il processo di urbanizzazione, l’impatto ambientale delle politiche pubbliche, i grandi cambiamenti nella società, le risposte ai problemi educativi, ai servizi socio-sanitari. Tutte questioni strettamente connesse alle politiche di integrazione che devono essere messe in atto sul territorio. Al fine di promuovere un progressivo sviluppo delle relazioni euro-mediterranee si rende necessario ripensare, fin dalle sue radici, il dialogo tra i popoli del Mediterraneo per rilanciare, su nuove basi, una vera riflessione e comprensione reciproca tra le culture coinvolte.
La necessità di un dialogo interculturale euro-mediterraneo emerge prepotentemente da un’analisi del contesto attuale, in quanto base necessaria per una concreta cooperazione tra i diversi paesi dell’area. Bisogna andare oltre i tradizionali “accordi di associazione”, per realizzare piattaforme di dialogo istituzionale e cooperativo. In altre parole, il volano delle iniziative concrete ed operative si incentra, allo stato attuale, su pure e formali negoziazioni di rappresentanti governativi che de facto escludono qualsiasi coinvolgimento “attivo” della società civile. In questo scenario le Città possono con la loro presenza “attiva” contribuire alla creazione di quel substrato socio economico e culturale necessario affinché si possa stabilire un ponte di cooperazione e collaborazione tra realtà geografiche e socio-culturali ad oggi “distanti”. Con l’incontro che si realizza in questi due giorni di lavori, qui a Reggio Calabria, occorre gettare le basi per rilanciare la proposta di sperimentare nuove forme e strumenti di dialogo istituzionale. Strategie di azione di tipo bottom-up, che si fondano su un coinvolgimento attivo degli attori sociali diretti protagonisti del loro destino e non meri destinatari di processi decisionali che vengono calati dall’alto e attraverso i quali si impongono modelli di organizzazione sociale o modelli di sviluppo importato. Il ricorso a pratiche di cooperazione decentrata, per esempio, sono fortemente auspicate. In questa ottica il ruolo da affidare alle Città rivierasche, motori atomistici di singoli e ad oggi non integrati sistemi socio-economici, è tuttavia, prioritariamente strategico: promuovere il dialogo interculturale tra i popoli coinvolgendo anche partners non istituzionali. Per poter realizzare l’ambizioso progetto della creazione di una vera piattaforma di ideali, valori e matrici culturali comuni, sulla quale fondare il dialogo tra culture diverse, occorre considerare l’aspetto più importante: l’esistenza di alcune identità istituzionali in evoluzione.
L’Unione Europea se da un lato, di fronte all’allargamento ad Est, procede verso una Costituzione con la quale si avvia una integrazione politica che coinvolge direttamente i cittadini e la società civile ed attiva, dall’altro, con il partenariato mediterraneo prima e adesso con l’Unione per il Mediterraneo, nello stesso tempo, deve ricercare uno sviluppo più democratico attraverso una integrazione Sud-Sud, da molti auspicata. Dialogo, quindi, quale strumento per un rapporto laico ed egalitario per una concreta integrazione tra le due sponde del Mediterraneo: per i problemi strutturali di un Sud pienamente integrato nel sistema socio economico transnazionale, caratterizzato oggi dalla mancanza di punti di riferimento, causata dalla globalizzazione, che può essere superata solo tramite un ampliamento del dialogo culturale. Dialogo, che deve porsi anche come obiettivo prioritario quello di favorire la pace tra i popoli senza la quale nessun processo di sviluppo e di integrazione socio-economica potrà essere realizzato.Nuovi scenari geo-politici si profilano all’orizzonte, la centralità del Mediterraneo sta riacquistando sempre più la sua dimensione che non è solo meramente geografica, soprattutto per garantire una cerniera democratica tra l’Occidente e l’Islam.Bisogna porsi nell’ottica della condivisione trasnazionale di obiettivi comuni che vedono nell’area di libero scambio l’archè dal quale partire. Esistono potenziali piattaforme di interessi comuni che riguardano in modo indistinto tutti i popoli del Mediterraneo e che proprio per questo devono essere oggetto di una azione comune che sviluppi sinergie collaborative che partano dal basso e che conferiscano alle Città Metropolitane mediterranee il ruolo di attori principali. Sono certo che questa iniziativa, nei suoi prossimi sviluppi, contribuirà ad una più concreta cooperazione euro-mediterranea, come unica maniera per rispondere alle sfide globali in termini di crescita politica, economica, sociale e culturale.