Reggio Calabria. Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale, la cui seduta era in programma oggi pomeriggio, è sotto assedio da parte dei lavoratori calabresi Lsu-Lpu in scadenza di contratto. Finora non si sono registrati tafferugli con le forze dell’ordine, polizia, carabinieri e guardia di finanza, che presidiano la sede istituzionale, se non qualche momento di tensione con l’immancabile lancio di uova e pochi facinorosi che hanno tentato di irrompere nell’area del palazzo, respinti con determinazione. Protesta pacifica ma molto vigorosa, questa dei precari, sostenuti dai sindaci calabresi presso le cui amministrazioni prestano servizi che i comuni sarebbero costretti a sospendere se non potessero più contare sul loro lavoro. Con lo stipendio pagato però dalla Regione. E così fervono le trattative, con il Consiglio regionale sotto scacco, che non ha ancora iniziato i lavori e potrebbe alla fine decidere di fare slittare la seduta a nuova data. La trattativa è sostenuta dallo stesso presidente della giunta calabrese, Giuseppe Scopelliti, che ha incontrato i sindaci, ma la riunione è finita con una fumata nera. La proposta di Scopelliti è stata rifiutata dai primi cittadini, che si dicono non convinti dal documento sia per quanto riguarda la certezza della proroga, sia per gli stipendi pregressi ancora da corrispondere ai lavoratori. I sindaci quindi hanno stilato un contro-documento che hanno consegnato a Scopelliti, chiedono certezza anche sull’incontro che si terrà al ministero a Roma. E intanto Palazzo Campanella resta nel limbo, come il futuro di questi lavoratori.
Fabio Papalia